"Un allenatore è qualcuno che ti dice quello che non
vuoi sentire, ti fa vedere quello che non vuoi vedere, in modo che tu possa
essere quello che hai sempre saputo di poter diventare." Tom Landry
Purtroppo sono in molti coloro che leggendo una rivista
che parla di corsa, di programmi oppure che consultando internet ritengono che
iniziare a correre, ma soprattutto continuare a correre dopo la fase iniziale
sia la cosa più semplice. Se da un lato la corsa è un’attività fisica alla
portata di tutti o quasi, cosi come l’abbigliamento, un orologio_cronomentro
anche da pochi euro e un paio di scarpe ( per queste meglio farsi consigliare)
dall’altro dopo un po’ potrebbero venir fuori dei problemi legati a fattori
diversi.
Quando ho iniziato a correre in modo diverso dalle corse
dietro un pallone o le gare tra amici nei campi, ossia dopo che, essendo arrivato 2° nella prova scolastica
alle medie “Lorenzo Ghiberti” ,legata ai Giochi della Gioventù, ho avuto la possibilità di ricevere come
premio un invito ad un corso all’atletica leggera presso l’Assi Giglio Rosso a
Firenze, categoria giovani (12 anni) e pertanto con l’ ASA Biagioli. La prima cosa che hanno fatto è stata quella di
presentarmi all’allenatore..un certo Calabretta.
Allenamento di corsa due volte
a settimana con un primo assaggio di 40’ di corsa continua con altri giovani
certamente meglio preparati di me. Mi ricordo ancora la fatica, ma allo stesso
tempo felice di aver corso per tutti i 40’.
La sede degli Assi Giglio Rosso è a metà strada nella salita che porta
al Piazzale Michelangelo pertanto o prima o dopo la salita la trovavi.
Alla fine c’era sempre l’allenatore che ci aspettava in
campo, qualche allungo o sulla pista ancora in terra rossa o di traverso stando
attenti ai giavellotti e al martello.
Per diversi motivi ho poi lasciato quel gruppo per
correre più vicino a casa con l’U.S.A.
Club Scandicci e anche qui un valido allenatore, Giuseppe Cindolo. Quello che
mi preme pertanto far presente e che non bisogna sottovalutare l’importanza
dell’allenatore. Sarà questo che predisporrà i dovuti carichi alfine di evitare
infortuni e/o sovrallenamento; con lui si dovranno valutare gli obiettivi e capire se e quando potranno essere
raggiunti.
Ritengo che solo con un allenatore si possano raggiungere
gli obiettivi prefissati o meglio si raggiungeranno prima che in modo autonomo
e certamente con meno infortuni.
E’ altresì vero che dopo un po’ c’è la tendenza a fare da soli, ma ci sarà un
motivo perché atleti di livello internazionale abbiamo ancora un allenatore.
L’allenatore è capace di predisporre una tabella personalizzata che verrà
gestita dall’atleta, in quanto questi ha raggiunto una buona autonomia per
gestire le varie fasi dell’allenamento, anche se poi dovrà essere l’allenatore
ha decidere come procedere nelle preparazioni successive sempre che l’atleta
abbia comunicato quanto fatto .
L’allenamento deve essere costruito in modo tale da
seguire alcuni dei principi fondamentali tra i quali : la gradualità, la
progressività dei carichi, il rispetto dei tempi e le modalità dei recuperi.
Si proprio il
“recupero” è uno degli elementi fondamentali in quanto molto spesso l’amatore
tende ad esagerare andando in sovrallenamento o overtraining. Tale situazione ,
ossia il non saper rispettare i tempi di recupero, porta a un probabile
peggioramento delle prestazioni nonostante l’atleta creda di continuare ad
allenarsi al massimo.
Inoltre l’amatore, non è come l’atleta professionista,
questo ha in carico anche gli stress derivanti da fattori di vita quotidiana.
L’allenatore aiuterà pertanto l’atleta a migliorare anche
la sensibilità nel riuscire a modulare qualsiasi allenamento in funzione anche
delle proprie sensazioni.
Giovanni Schiavo
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